• Prima rappresentazione: 1996
  • Testo originale: Fabio G. Cucut
  • Regia: Fabio G. Cucut

È in un paese in cui “… i grandi alberi secolari si spingono fino quasi al limite salmastro dell’acqua del mare” che si dipana la nostra vicenda, “la vera storia de quei tenpi, che, bala lì, bala là, iera squasi zento ani fa…”, costituita dai ricordi un po’ appannati dal vino di Giobatta Zanutel “scioperato ed ubriacone”, ma soprattutto “filosofo di paese”, provvidenzialmente e miracolosamente resuscitato per qualche ora dal Purgatorio. Egli ci narrerà la storia del giovane Guido de Montaufon, ex ufficiale di cavalleria dell’Imperial Regio Esercito, giunto in un villaggio del Litorale assieme alla sorella Enrichetta per trascorrervi un periodo di convalescenza. Qui, ai piedi di un maestoso albero, nascerà un tenero sentimento tra il passionale Guido e la dolce ed ingenua Irene. Qui Guido deciderà di stabilire definitivamente la propria dimora, facendo edificare una piccola casa in cui trasferire dalla sua grigia città natìa tutti i suoi molti libri e i suoi pochi mobili. Qui Guido assumerà le difese dei deboli e degli sfruttati e per questo verrà trascinato in tribunale dall’irascibile e prepotente Federico De Nari e dall’ambiguo Drigo Pesenco, il padre di Irene.