• Prima rappresentazione: 1981
  • Testo originale: Jean François Regnard
  • Regia: Sergio Cucut

Jean Françoise Regnard è un imitatore di Molière, anche se il più illustre. Per lui scrivere commedie era un hobby. I personaggi che il suo illustre maestro crea amari e tormentati, Regnard riesce appena a coprirli di ridicolo e, tuttalpiù, di compassione.

È il caso di Geronte, zio dell’erede universale Erasto. Il vecchio è malato, ma non è un “malato immaginario”; i suoi acciacchi sono autentici.

La conseguente satira contro medici e farmacisti e sulla loro reciproca rivalità - motivo di prammatica del teatro del tempo - acquista in bocca a Geronte un tono di astio mal represso.

Le scene principali de “L’erede universale” sono affidate al servitore Crispino e corrispondono ai suoi tre travestimenti; ma il vero fulcro della commedia è l’ultimo travestimento: quello in cui il furbo servitore di Erasto si sostituisce a Geronte per dettare al notaio Codicillo il testamento in favore del proprio padrone, della propria promessa sposa Lisetta e, naturalmente, di se medesimo. Si può dire che lo scopo della commedia è tutto in questa scena e che quanto la precede sia solo una serie di pretesti per arrivarci.

Presente anche all'interno dello spettacolo Assaggio.

Personaggi ed interpreti