• Prima rappresentazione: 1993
  • Testo originale: Sergio Cucut
  • Regia: Michele Rossi

Il presente atto unico, rappresentato dalla Compagnia Corbatto, vuol essere, esagerando, un fedele ritratto della società staranzanese fra gli anni '30 e '40 di questo secolo, una tranche de vie (uno scorcio di vita), come direbbero i critici più raffinati. Continuando ad esagerare, perchè no, diremo che i più curiosi studiosi del periodo vi dovrebbero assistere muniti di carta e penna, per annotare gli usi e costumi dell'epoca, fedelmente descritti da Sergio Cucut che fa rivivere sulla scena personaggi realmente esistiti con tutte le loro peculiarità. Uno dopo l'altro prendono vita infatti i più caratteristici abitanti della Staranzano anteguerra, grazie anche agli attori della Corbatto che per l'occasione getta nella mischia quasi tutto l'organico. L'azione, sembra scontato scriverlo, si svolge in una privata, luogo ideale per mettere a nudo i vizi privati e le pubbliche virtù dei suoi avventori che sono fra i più svariati: dalla morigerata siora Gusta al poco esemplare Frate mudanda, dall'ubriacone Selmo all'arguta Lisa taliana, fino alla guardia comunale, Facciuto, che una volta tanto viene gabbato dagli abitue del fine locale. L'atto unico è naturalmente in dialetto bisiac ma da spazio ad alcune minoranze linguistiche presenti nel paese, quella friulana e quella veneta che conferiscono un'ulteriore nota di colore grazie alla singolarità dei personaggi, nel piccolo e variopinto mondo staranzanese. È una vita povera quella descritta ma non priva di umanità, di allegria, di voglia di stare insieme grazie a personaggi che riescono a divertirsi con quel poco che a loro è concesso.

Michele Rossi

Personaggi ed interpreti